Piano reginale mitigazione erosione costa jonica
Metaponto. 21 novembre 2020. Entro dicembre 2020 sarà predisposto un piano d’interventi per mitigare l’erosione e l’arretramento della costa jonica ed entro giugno 2021 il piano per la costa tirrenica.
Questo il documento approvato dalla Giunta regionale di Basilicata su proposta dell’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa, che traccia le linee strategiche che caratterizzeranno gli interventi finanziati con i primi 9 milioni di euro. Nello stesso tempo, il documento definisce in quale modo operare per difendere le coste e ristabilire gli equilibri ambientali compromessi, perseguendo l’obiettivo della ricostruzione delle spiagge in crisi strutturale.
“L’atto deliberativo – sottolinea l’assessore – conferma anche l’impegno politico a procedere alla revisione dell’intero impianto normativo in merito alla gestione delle aree del demanio marittimo. Intanto stiamo lavorando anche alla revisione della legge regionale n. 39 del 2009, che disciplina le funzioni di programmazione, pianificazione e gestione integrata degli interventi di difesa della costa”.
Una progettualità che sarà particolarmente impegnativa e che dovrà avvalersi di tantissime competenze professionali di alto profilo scientifico. Per questo motivo la Regione ha già sottoscritto un accordo di collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana per l’accesso e l’utilizzo di prodotti Cosmo-Skymed, necessari alla mappatura delle linee di costa e sta definendo un’ulteriore collaborazione con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia per comprendere meglio i fenomeni che modificano la linea di costa nell’area jonica e tirrenica.
Così, ad animare il dibattito in sede locale ci pensano alcuni cittadini ed associazioni. Fra questi l’ex assessore Eustachio Bia, che auspica un confronto, sia pure attraverso i media, fra studiosi e tecnici di elevata professionalità, coinvolgendo cittadini e amministratori ben motivati, capaci e desiderosi di tradurre le proposte avanzate condivise in atti amministrativi esecutivi.
“Molti hanno pensato che le barriere soffolte avrebbero risolto il problema erosivo, dice Bia, ma non è stato così. Cerchiamo di metterci l'anima in pace. Il porto degli Argonauti c'è e ci sarà sempre. E che sia la prima causa di questo disastro ambientale è certo. Però cerchiamo di rimboccarci le maniche e troviamo soluzioni ben sapendo che nessun tipo di barriera potrà arginare la forza d'urto del mare e quindi l'erosione. A questo aggiungiamo che non vi sono stati controlli e molte barriere hanno perso consistenza”. Ragion per cui non hanno potuto mitigare appieno la forza erosiva delle violente mareggiate che la scorsa estate hanno devastato vasti settori della spiaggia di Metaponto.
Ad avviso dell’ex amministratore si sarebbe dovuto intervenire con un piano preciso di ripascimento stagionale e di ripascimento strutturale a carattere manutentivo, necessari a ricostruire il profilo esistente della spiaggia dopo eventi meteomarini particolarmente intensi. Così porta l’esempio delle spiagge di Margherita di Savoia e di Monopoli, distrutte da terribili mareggiate e ricostruite con un intervento del Ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’Università di Bologna, il Politecnico di Bari e con il coinvolgimento a carattere multidisciplinare di ingegneri costieri e meccanici, geologi, ecologi ed urbanisti. Spiagge che sono state “ricostruite secondo il modello utilizzato a Dubai per costruire isole artificiali. Sono state aspirate con pompe idrovore le sabbie dei bassi e medi fondali e riversate sulla spiaggia emersa. Una tecnica che non altera i fondali marini e che punta a movimentare modiche quantità di sedimenti sparsi”. Un’azione rapida, indolore ed economica.
Pino Gallo