Presentato alla cittadinanza "Il Telamone di Montescaglioso"
Montescaglioso - .<Il telamone di Montescaglioso era probabilmente a dimora di un importante monumento funerario>Ad affermarlo, dopo un lungo studio, è stato l'archeologo Antonio Desiena già Soprintendente archeologico della Basilicata che nella serata del 27 luglio ha inaugurato l'esposizione al pubblico del reperto.
Rinvenuto casualmente nel 1925 in via dei caduti in guerra n.17 dall'artigiano edile Leonardo Vito Carriero, durante lo scavo e la pulizia di un pozzo, il telamone fu trasferito nel museo archeologico di Reggio Calabria dove per 90 anni è stato esposto nell'ingresso principale. Un'opera dalle dimensioni imponenti e di fine fattura databile tra il III e il II sec. a.C e proveniente probabilmente da una sepoltura monumentale oppure dalle terme pubbliche. La presentazione del telamone si è tenuta nel chiostro dell'abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo, dove l'opera è stata collocata in una delle sale al piano terra. Il sindaco Vincenzo Zito, ha annunciando che è solo l'inizio di un percorso teso a recuperare tante altre opere d'arte che con il loro rientro valorizzeranno e riempiranno di contenuti l'abbazia di Montescaglioso affermando inoltre che c'è la possibilità che possa rientrare a casa molto presto anche l'altare della Cattedrale di Matera un tempo proprietà dell'abbazia di Montescaglioso.Una grande emozione.Un'opera d'arte meravigliosa che come altre occorre valorizzare,conservare e rendere fruibili. ha affermato l'assessore alla Cultura Maria Scaramuzzo.
Sono intervenuti poi il presidente del Gal Bradanica oggi Start 20/20 Leonardo Braico e l'archietetto Antonio Persia che ha portato il saluto del Soprintendente Canestrini. Marta Ragozzino, direttore del Polo Museale Regionale della Basilicata, ha ringraziato Franco Caputo e la CooperAttiva per il supporto fornito agli studi sul telamone . Le comunità devono poter vivere i nostri patrimoni, dobbiamo pretendere che la Fondazione Matera-Basilicata 2019 guardi a tutta la regione. A chiudere gli interventi circa gli studi è stato Desiena che ha definito la Città di Montescaglioso come un dossier archeologico straordinario, dall'età del bronzo fino ai nostri giorni senza alcun vuoto documentale. Uno dei centri più ricchi, ha detto, dove sono state ritrovate tombe principesche risalenti al IV sec. Un centro italico che ha avuto sempre una rilevanza strategica rispetto alla costa jonica fino al melfese e la costa adriatica. Una comunità che ha accolto artigiani e bravi ceramisti. Desiena ha spiegato poi tutti i particolari che hanno portato alla conclusione dello studio sul telamone. A tal proposito ha raccontato del ritrovamento del mosaico in via Montegrappa, poco distante dal luogo del ritrovamento del telamone, che testimonia che nel I sec. a.C. la Città era un municipio romano e che il ritrovamento di una grossa tubazione fra la zona dei Cappuccini e via Indipendenza testimonia la presenza di terme pubbliche. All'iniziativa erano presenti anche l'arciprete Don Vittorio Martinelli, il presidente del Parco Murgia Pellecchia e il Vice Ministro agli interni Filippo Bubbico che ha chiuso gli interventi ringraziando quanti si sono adoperati per riportare a casa l'importante reperto ed affermando che dobbiamo essere più attenti e consapevoli del nostro patrimonio, perchè solo attraverso la cura possiamo costruire un futuro migliore per i nostri giovani. Matera 2019 deve rappresentare una svolta.
Con il “ritorno a casa del telamone”, si arricchisce l'offerta turistica della Città Gioiello d'Italia che con il suo immenso patrimonio archeologico, culturale, ambientale merita protagonismo e un ruolo di primo piano.
Maria Andriulli